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Per Aspera Ad Veritatem n.13
I ragazzi che volevano fare la rivoluzione 1968 - 1978 Storia di Lotta continua

Aldo Cazzullo - Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1998





E' opinione abbastanza diffusa che, nella galassia dei movimenti della cd. "nuova sinistra", nati dalle spinte del 1968 e vissuti, con alterne vicende, per un decennio o poco più, Lotta continua occupi un posto a sè. Basti citare alcuni avvenimenti singolari che hanno caratterizzato la storia dell'organizzazione e che proiettano le conseguenze di quella esperienza ancora nell'attualità. La più nota è certamente la vicenda Calabresi. Per l'omicidio del Commissario di PS sono stati infatti condannati, dopo interminabili vicende giudiziarie non ancora definitivamente concluse, tre degli esponenti di maggiore rilievo di Lotta continua. Un altro aspetto peculiare è la vicenda di Prima Linea, un'organizzazione della lotta armata che, a cavallo tra gli anni '70 e gli anni '80, trasse la gran parte dei propri militanti da fuoriusciti di Lotta continua, che decisero, all'atto del suo scioglimento, di abbracciare la strada criminale e senza ritorno del terrorismo. Ma ancora, significativa appare, nell'ottica della storia raccontata nel libro di Cazzullo, la vicenda del giornale di Lotta continua che, caso piuttosto singolare, sopravvisse alla fine dell'organizzazione trasformandosi significativamente e costituendo la prima palestra di lavoro per molti giornalisti che attualmente ricoprono posti di primo piano nel mondo della carta stampata e della televisione, tanto che in più circostanze, e soprattutto in relazione alle vicende che hanno riguardato Adriano Sofri, è stata da qualcuno ipotizzata l'esistenza di una cd. lobby di Lotta continua che, attraverso i suoi ex militanti divenuti personaggi importanti dell'establishment politico e dei media, svolgerebbe tuttora un ruolo di influenza.
Lo stile narrativo di Aldo Cazzullo è sicuramente efficace.
Egli infatti sceglie di dare la parola ai protagonisti, in un percorso descrittivo che, muovendo dalle origini pisane, torinesi e trentine del movimento, attraversa le più importanti campagne politiche portate avanti dall'organizzazione, con lo scopo di rileggere fatti e avvenimenti cogliendo lo "spirito del tempo" in cui questi accadevano. Così, molti dei temi che hanno costituito la storia di questo movimento, trovano nel testo adeguato approfondimento attraverso la mediazione di storie individuali raccontate in prima persona seguendo la traccia di un'unica lunga intervista a più voci.
Dall'illusione operaista, al linguaggio avventuroso e pericolosamente contiguo al terrorismo nascente; dal mito dell'organizzazione spontanea a quello della rivoluzione che avrebbe dovuto coinvolgere pubblico e privato. Cazzullo descrive questa pagina di storia in modo imparziale, rendendoci assolutamente chiaro quanto velocemente la società si trasformi e come nell'arco di venti o trent'anni, nella disillusione di molti ex militanti, verità che apparivano assolute si rivelino invece illusorie mentre, nel contempo, l'interpretazione della realtà non può fare a meno di pluralismo, continua apertura al nuovo, atteggiamento critico nei confronti di tutto ciò che appare, da qualunque punto di vista politico, invece ideologico o dogmatico. Così, la lettura del libro fa riflettere su temi decisivi, come l'uso della violenza, nonché sulla storia di molti personaggi di rilievo compresa quella, tragica, di Mauro Rostagno, in un continuo confronto tra esperienze individuali ed esperienze sociali cui la storia di questo movimento, nato come un gruppo di amici con forti legami interpersonali, ha mostrato, anche nei risvolti più drammatici, di essere particolarmente sensibile. Un contributo di pensiero e di testimonianza importante, insomma, che si segnala per la lettura di chiunque desideri approfondire i molti risvolti della realtà italiana degli ultimi decenni.



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